Sono Psicologa, Psicoterapeuta e Psicodiagnosta ad indirizzo Psicodinamico Integrato (Albo Psicologi Lazio n. 12448). Seguo Adolescenti ed adulti per la promozione della salute psicologica, la prevenzione ed il trattamento di varie forme di malessere che possono alterare, anche solo momentaneamente, il normale funzionamento di vita di ognuno.
Mi occupo di disagi vari come Disturbi d’Ansia o di Panico, Disturbi ossessivo-compulsivi, Alterazioni dell’umore o Depressioni, Disordini Alimentari, Disagi Adolescenziali, Reazioni da Stress, Disturbi di Personalità, Dipendenze.
Il trattamento è costruito sul modo di essere dell’individuo e può prevedere incontri individuali, supporto alla genitorialità se trattasi di adolescenti, interventi di gruppo (psicoeducativi o di supporto) o l’integrazione con altri Professionisti come Nutrizionisti, Ginecologi, Medici di base, Psichiatri o in condizioni particolari anche con servizi territoriali come Day Hospital. Nel mio lavoro ritengo fondamentale la comprensione della personalità nella sua interezza dove il sintomo viene a concepirsi come la punta di un iceberg e solo dopo questa prima analisi si può pensare ad un percorso individualizzato o costruito sul modo di essere della persona.
La professione dello Psicologo è regolamentata dalla legge 56/1989
Convenzioni
Campagna di Accoglienza
Per i giovani d’età compresa tra i 14 e i 24 anni primo colloquio gratuito se effettuato di Venerdì mattina
La campagna in oggetto ha lo scopo di prevenire il manifestarsi di condizioni di disagio attraverso interventi precoci e favorire l’accoglienza di chi sta attraversando un momento critico ma ancora non è riuscito a “chiedere aiuto” . Perchè preveniamo : I disagi psicologici, come quelli di natura medica, si manifestano attraverso dei prodromi (segni precoci) che se colti in anticipo (di solito nel pereiodo adolescenziale) e trattati attraverso interventi efficaci, possono ridurre il rischio di esordi successivi (il manifestarsi di disagi conclamati). Spesso, tali disturbi, giungono all’attenzione clinica troppo tardi con conseguenze negative per il loro decorso. L’intervento precoce è fondamentale per ridurre quel periodo di “non trattamento” spesso determinante nell’esordio o nell’evoluzione di un disturbo. La campagna di prevenzione vuole facilitare il contatto tra il giovane e lo psicologo riducendo, potenzialmente, il periodo di non trattamento e migliorando la possibilità di un decorso favorevole . La campagna prevede, altresì, di facilitare la fase dell’accoglienza di chi già si trova alle prese con un disagio più o meno importante. In tal caso più che di prevenzione secondaria (evitare che i prodromi diventino sintomi) si parla di prevenzione terziaria (evitare la cronicizzazione) o più semplicemente di cura. La fase dell’accoglienza è un momento molto delicato, in cui ci si scontra con la propria voglia di mettersi in gioco ma anche con l a paura di cambiare o di essere etichettati come “diversi” o di non trovare una persona sufficientemente empatica in grado di ascoltare. Questo in adolescenza acquista una natura ancora più evidente data la paura di essere visti come diversi dai coetanei. In questo studio di presta molta attenzione a questo momento, cercando di accogliere la persona nella sua interezza , sperimentando insieme a lei le SUE modalità di relazione e cercando di empatizzare con le proprie difficoltà. Il percorso di cura o di prevenzione o più semplicemente il sostegno, è un po’ come un vestito da cucire su misura della persona. A questo scopo i primi colloqui sono fondamentali. PERCHE’ QUATTRO: Solitamente vengono svolti i primi quattro colloqui per “fare un quadro” della personalità con i suoi livelli incosci e coscienti, con i suoi meccanismi di difesa, con le sue risorse personali e gli stili di comunicazione. Al termine dei quattro colloqui si decide insieme alla persona l’eventuale necessità di un intervento ed il tipo di percorso a lei più adatto. Spesso un solo colloquio (orientativo) non è sufficiente per fare questo lavoro. Durante i primi quattro colloqui oltre a stabilire una relazione empatica con il ragazzo, si cerca “insieme” di costruire, come in un puzzle, la sua storia, e comprendere la personalità nella sua interezza . Il sintomo viene così a concepirsi come la punta di una iceberg o “la migliore soluzione” (Ping Pao, 1979) che consente ad un individuo di raggiungere un equilibrio talvolta angosciante ma comunque “funzionale”. Il trattamento non può avere luogo senza la comprensione e l’attribuzione di senso, per accogliere nella sua interezza, il mondo interno della persona e provare, insieme a lei, a sperimentare “nuovi passi” (Mitchell, 1998) ovvero nuovi modi di essere nel mondo.