Sono Psicologa, Psicoterapeuta e Psicodiagnosta ad indirizzo Psicodinamico Integrato (Albo Psicologi Lazio n. 12448). Seguo Adolescenti ed adulti per la promozione della salute psicologica, la prevenzione ed il trattamento di varie forme di malessere che possono alterare, anche solo momentaneamente, il normale funzionamento di vita di ognuno.
Mi occupo di disagi vari come Disturbi d’Ansia o di Panico, Disturbi ossessivo-compulsivi, Alterazioni dell’umore o Depressioni, Disordini Alimentari, Disagi Adolescenziali, Reazioni da Stress, Disturbi di Personalità, Dipendenze.
Il trattamento è costruito sul modo di essere dell’individuo e può prevedere incontri individuali, supporto alla genitorialità se trattasi di adolescenti, interventi di gruppo (psicoeducativi o di supporto) o l’integrazione con altri Professionisti come Nutrizionisti, Ginecologi, Medici di base, Psichiatri o in condizioni particolari anche con servizi territoriali come Day Hospital. Nel mio lavoro ritengo fondamentale la comprensione della personalità nella sua interezza dove il sintomo viene a concepirsi come la punta di un iceberg e solo dopo questa prima analisi si può pensare ad un percorso individualizzato o costruito sul modo di essere della persona.
La professione dello Psicologo è regolamentata dalla legge 56/1989
Corsi e Gruppi
Nel mio lavoro considero fondamentale coadiuvare l’attività terapeutica con lavori di gruppo presso lo studio e formazione sul territorio che possano creare una rete per prevenire, informare, sensibilizzare alle problematiche psicologiche. La psicoterapia, dal mio punto di vista, è solo un pezzo di un grande progetto che dovrebbe coinvolgere la popolazione, le istituzioni, i gruppi per sensibilizzare al tema; ridurre le angosce legate alla figura dello psicologo; attivare campagne di prevenzione e sensibilizzazione. Solo in un’ottica così ampia si può arrivare nel tempo, a ridurre l’incidenza di patologie mentali che ancora costituiscono fonte di vergogna e stigma. Solo cambiando la cultura generale si può vedere un malessere psicologico come un punto di debolezza da gestire e non una malattia. Perché la salute, come recita l’organizzazione mondiale della Sanità ,non è l’assenza di malattia.
Proprio per questa mia visione tengo diversi corsi presso lo studio e presso le scuole. I primi generalmente coadiuvano il lavoro terapeutico creando un’area di scambio e dialogo tra chi sta svolgendo una psicoterapia o tra i genitori di adolescenti. Spesso le famiglie richiedono un supporto per capire come gestire alcune situazioni problematiche. Durante i corsi si integra la parte formativa con una di scambio e discussione affinché la persona possa sentirsi parte di un gruppo e condividere difficoltà di relazione. Lo scopo non è il “passaggio di informazioni” ma che alcuni principi della comunicazione vengano fatti propri. Gli stessi corsi sono rivolti ai genitori di adolescenti che non seguono una psicoterapia per migliorare le modalità di relazione in famiglia. Ai corsi si affiancano i gruppi di supporto psicologico rivolti agli adolescenti ed i gruppi di sostegno alla genitorialità rivolti ai genitori.
I corsi presso le scuole hanno lo scopo di raggiungere obiettivi riguardanti progetti specifici. Sono corsi rivolti agli adolescenti ma anche agli insegnanti e genitori in quanto popolazione a contatto con quella giovanile.
Presso lo studio si tengono o si sono tenuti i seguenti corsi e gruppi:

OBIETTIVI:
- Migliorare le conoscenze dell’adolescenza come periodo critico
- Favorire l’acquisizione di abilità comunicative in famiglia
- Migliorare la comprensione dei comportamenti adolescenziali e delle proprie reazioni emotive
- Migliorare la possibilità di prevenire il disagio psicologico adolescenziale attraverso l’identificazione dei segni precoci
DESTINATARI E DURATA
Gruppi di 10-15 genitori di ragazzi adolescenti; 4 incontri di 2 ore a cadenza settimanale o bisettimanale

DESCRIZIONE
Il presente “mini corso” si propone di migliorare l’informazione rispetto all’adolescenza e promuovere la riflessione sul ruolo genitoriale durante questo delicato periodo di vita. Non solo il giovane, infatti, si trova ad affrontare momenti di crisi dovuti alla modificazione della propria personalità, ma anche i genitori vivono un momento di “ristrutturazione” in quanto legati inestricabilmente all’adolescente. Attraverso il presente corso si vuole promuovere il supporto tra genitori e l’acquisizione di abilità comunicative in famiglia.
REALIZZAZIONE
L’intervento si articola n 4 incontri della durata di 2 che hanno in parte una valenza teorica in parte una di discussione. Inoltre vengono proiettati dei filmati al fine di riflettere su alcune modalità di relazione. Durante gli incontri vengono affrontati i seguenti argomenti: 1)L’adolescenza; 2) Essere genitori di ragazzi adolescenti; 3) Vulnerabilità al disagio; 4) Discussione in gruppo.
COSTI:
Da definire in base al numero di prenotiazioni.
MODALITA’ DI PRENOTAZIONE:
Il corso viene svolto il Sabato mattina. Per partecipare contattare il numero 3496791393 oppure inviare una mail a ilaria.ortolani@gmail.com. Inserire il proprio nome cognome e numero di telefono. Sarete richiamati e vi saranno comunicate le date.

I gruppi di sostegno alla genitorialità si tengono con una frequenza mensile presso lo studio di Pomezia e coinvolgono i genitori di adolescenti che stanno seguendo una psicoterapia ma anche genitori che vogliono confrontarsi con altri per riflettere sulle proprie modalità relazione e gestione di situazioni difficili. I gruppi di sostegno alla genitorialità hanno lo scopo migliorare l’informazione rispetto all’adolescenza e promuovere la riflessione sul ruolo genitoriale durante questo delicato periodo di vita. Non solo il giovane, infatti, si trova ad affrontare momenti di crisi dovuti alla modificazione della propria personalità, ma anche i genitori vivono un momento di “ristrutturazione” in quanto legati inestricabilmente all’adolescente. Attraverso i gruppi si vuole promuovere il supporto tra genitori e l’acquisizione di abilità comunicative in famiglia. Il gruppo rappresenta soprattutto un’area di confronto e di scambio tra genitori .

I gruppi di sostegno psicologico hanno lo scopo di sostenere gli adolescenti nei processi di socializzazione migliorando il senso di appartenenza al gruppo, l’empatia, la comunicazione gruppale. All’interno del gruppo possono scegliersi tematiche in cui tutti possono identificarsi al fine di promuovere l’analisi di vissuti condivisi. Il lavoro di gruppo generalmente affianca la terapia individuale.
Presso le scuole si tengono o si sono tenuti diversi corsi e gruppi nell’ambito dei seguenti progetti:
Progetto biennale di prevenzione e contrasto del bullismo nelle scuole superiori





L’intervento si prefigge di lavorare su diverse life skills:
- Autostima
- Gestione delle proprie emozioni
- Relazioni interpersonali
- Comunicazione
- Empatia

Spesso l’assenza di tali abilità spinge i ragazzi a nascondersi dietro un nick-name e compiere atti di cyberbullismo. Le relazioni nel mondo reale necessitano di tutte le attitudini sopramenzionate (comprensione dell’altro, empatia, comunicazione) che sono invece meno importanti sul web. La bassa autostima o l’incapacità di gestire le proprie emozioni può indurre i giovani a preferire le relazioni virtuali dove si è invisibili e protetti a quelle reali dove si devono fronteggiare diverse difficoltà. Il lavoro teso a sviluppare le “Life Skills” costituisce quindi un importante strumento di contrasto del bussimo e del cyberbullismo.
Progetto di educazione alla legalità e contrasto del bullismo

L’attività di “formazione dei leader e produzione di materiale pubblicitario” prevede di diffondere messaggi antibullismo e promuovere la cultura della solidarietà e soprattutto della legalità nei giovani utilizzando la comunicazione tra pari. Essa consiste in un’attività di “formazione alla legalità” e “formazione sui fattori psicologici del bullismo” condotta da un avvocato e da uno psicologo che tratteranno gli aspetti del fenomeno. I ragazzi “formati” saranno a loro volta dei formatori o dei modelli per gli altri. Tale lavoro intende rispondere alla ridotta informazione sul bullismo e sui suoi aspetti legali e psicologici e soprattutto a ridurre atteggiamenti passivi o di disinteresse, fattori che possono rappresentare un rischio per lo sviluppo del fenomeno. Dopo la fase “formativa” i giovani vengono coinvolti nella ”produzione di materiale pubblicitario” (locandine e brochure) contenente informazioni sul fenomeno (cosa è il bullismo), sulle sue conseguenze (psicologiche, sociali e legali) e sulle strategie di fronteggiamento. Le brochure pubblicizzano anche eventi sportivi durante i quali saranno distribuite.
Obiettivi:
- Incentivare il senso di efficacia personale e l’autogratificazione
- Incrementare l’autostima individuale
- Costruire un sistema di regole condivise
Modalità di Intervento
Incontro I. il bullismo: Aspetti gruppali ed individuali, conseguenze e strategie di fronteggia mento (Psicologo); 2) Incontro II. Il bullismo: reato civile o penale, responsabilità e conseguenze (Avvocato) 3) Incontri dal III all’VIII: Produzione di materiale pubblicitario

L’intervento si prefigge di lavorare su diverse life skills:
- Autostima
- Gestione delle proprie emozioni
- Relazioni interpersonali
- Comunicazione
- Empatia
Lo sviluppo di tali fattori costituisce un importante strumento di protezione e contrasto del bullismo ed un fattore protettivo per le patologie in genere.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati vengono utilizzati diversi strumenti pratici:
- Lettura di testi musicali
- Role Playing
- Analisi delle storie di vita
- Visione di filmati
Obiettivi specifici:
- Migliore lo sviluppo di “Life skills”
- Favorire lo sviluppo di competenze comunicative e relazionali dei giovani
- Stimolare il senso di appartenenza al gruppo
- Sviluppare nuove strategie per fronteggiare situazioni di bullismo
- Migliorare i livelli di autostima
- Promuovere la capacità di riflettere sul sé e sull’altro e di mettersi nei panni dell’altro
- Migliorare la capacità di Problem Solving

Progetto di prevenzione dei disagi psicologici adolescenziali /"una rete per prevenire"





Perché la musica: Per gli adolescenti la musica costituisce un importante strumento di comunicazione, nonché una prima forma di rappresentazione dei vissuti interni: l’emozione sentita a livello corporeo come “perturbazione fisica” tramite la musica assume già una forma altra di natura rappresentativa che è già, quindi, pensiero. L’utilizzazione della musica come forma di terapia dimostra la sua peculiare capacità di dare una forma definita a contenuti interni che in alcune patologie sono spesso confusi. Tra i giovani tutto questo assume una valenza ancora diversa: la musica come strumento di comunicazione, la musica come veicolo di affetti, la musica come forma di rispecchiamento e di identificazione. Ecco allora che trovare il canale giusto di comunicazione, che rispetti il mondo dei giovani ed il loro linguaggio, diventa la maniera ottimale per creare uno spazio intersoggettivo, uno scambio, una relazione. E’ all’interno di questo spazio psicologico che il giovane può sentirsi ascoltato compreso, contenuto, assumendo tale attività una valenza simile a quella terapeutica. I gruppi di lettura di testi musicali consentono, quindi, al giovane adolescente di esprimere sé stesso, le proprie difficoltà, i propri malesseri, le problematiche adolescenziali che lo accomunano ad altri e quelle che sente come sue, con il suo linguaggio. La lettura di testi musicali, aiuterebbe inoltre i giovani a migliorare le proprie capacità comunicative e la socializzazione tra pari.

La formazione degli insegnanti ha lo scopo di fornire degli strumenti teorico pratici finalizzati alla sensibilizzazione e all’identificazione precoce dei primi segni di vulnerabilità. Gli insegnanti, infatti, costituiscono una prima forma di contatto dell’adolescente con “l’altro da sé” e quindi una primo potenziale serbatoio di informazione. E’ a scuola, infatti, che il giovane dovrà confrontarsi con il gruppo di pari, con le proprie abilità, con le relazioni con l’altro sesso, ed è qui che spesso emergono i primi disagi: l’ansia legata allo studio, il calo del rendimento scolastico, il ritiro, l’irritabilità, la messa in atto di comportamenti a rischio, le difficoltà di attenzione, sono spesso solo i primi segni di una problematica più ampia.
Purtroppo i casi a rischio giungono ai servizi sanitari quando la situazione è ormai precipitata. Saper osservare i primi segni di disagio è già una prima ed importante forma di intervento. Presso le scuole si effettuano anche corsi per sensibilizzare gli insegnanti alla tematica del bullismo o ad altro. Scopo del lavoro è soprattutto creare un gruppo in grado di utilizzare la rete come risorsa